Difatti, come riportato nel recente aggiornamento dei termini di servizio, al fine di conformarsi con il GDPR (il regolamento generale sulla protezione dei dati) che entrerà in vigore definitivamente il prossimo 26 maggio, nei 28 Paesi dell'Unione Europea (Italia compresa) sia tutti i nuovi che tutti i vecchi utenti, dovranno obbligatoriamente confermare di avere 16 anni per poter utilizzare o continuare a utilizzare questa applicazione di messaggistica di proprietà di Facebook.
Qualora l'età fosse inferiore ai 16 anni, per poter usare comunque WhatsApp, allora dovranno essere i genitori ad accettare i termini del servizio per i minori.
Come avverrà la verifica dell'età? Salvo eventuali future modifiche, se il metodo impiegato è quello attuale, la verifica è pressoché inesistente in quanto basta semplicemente spuntare una piccola casella.
Come infatti riportato nell'esempio sopra in figura, dopo aver aggiornato alla versione più recente di WhatsApp è necessario accettare i nuovi termini di servizio e informativa sulla privacy, avendo cura di selezionare la casella "Conferma di avere almeno 16 anni". Fatto ciò si è pronti a usare l'applicazione.
Fra l'altro WhatsApp ha anche annunciato l'introduzione a breve di una funzione dal nome "Richiedi informazioni account" (sarà disponibile sotto Impostazioni > Account) che consente di richiedere ed esportare, in un file ZIP sulla memoria del dispositivo, un rapporto delle informazioni (es. foto del profilo e i nomi dei gruppi) e delle impostazioni del proprio account WhatsApp; qualcosa come la nuova funzione Scarica le tue informazioni di Facebook.
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3 commenti
ahahahaha, wow... come far sprecare tempo agli sviluppatori di whatsapp
RispondiPer attivare una SIM (e quindi whatsapp), in Italia devi avere 18 anni, non 16, quindi il problema (in teoria) non si pone.
RispondiIn pratica, i genitori danno telefoni sbloccati anche ai figli 14enni.
Quindi mi chiedo se la sorveglianza spetti ai gestori TELCO, ai genitori, all'UE oppure allo stato.
O è necessario finalmente collaborare, per non far cadere i figli in trappole da adulti?
Il fatto poi è che al momento della richiesta non c'è un controllo ulteriore che possa certificare effettivamente l'età. Quindi è giusto una proforma di Facebook per dire "il nostro l'abbiamo fatto"; prevedo in futuro nuovi problemi.
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